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Donatella Sarchini

05.07.2020

Così l’artista presenta il proprio lavoro:

<< Terra di confine
Nel tempo sospeso il giorno e la notte a poco a poco tendono ad assomigliarsi sempre di più, e a trasformarsi ciascuno nello specchio oscuro dell’altra, come se fossero i due volti complementari di un medesimo universo in rarefazione.
Infatti, una volta esaurita la propria riserva motivazionale, l’animo esausto comincia a muoversi in una dimensione crepuscolare simile a uno stato di insonnia permanente, in cui lo sguardo interiore per timore di essere trascinato nel vortice degli incubi preferisce non cedere alle sirene ingannevoli del sonno.
E anche la percezione della stanchezza conseguente all’inattività forzata è rischiarata qua e là da frammenti di pensieri e sensazioni, ricordi e desideri, ansie e timori.
Eppure, come nella favola di Ladyhawke, esiste comunque un attimo di tregua, uno spazio mentale luminoso al confine tra il giorno e la notte, in cui la coscienza può rivelarsi finalmente a se stessa per dire con forza “io sono”, e per continuare a viaggiare verso un orizzonte di speranza, di libertà e di luce
>>

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La velocità con cui il tempo scorre per ciascuno di noi, che ovviamente è un concetto diverso dal matematico scorrere dei secondi che si succedono uno uguale all’altro, richiama la differenza tra tempo e durata, di bergsoniana memoria. Da un lato infatti abbiamo il tempo della scienza, osservabile, misurabile, analitico, certo, ma anche asettico nel suo succedersi concatenato; dall’altro quel coacervo di sensazioni e stati mentali, che ognuno di noi vive non in maniera sequenziale e matematicamente scomponibile, ma come un continuo fluire, sulla cui velocità percepita è enorme l’influsso dello stato psichico di ciascuno. Lo stesso evento, che il tempo misura come identico, può avere durata estremamente differente per ciascun essere umano che abbia occasione di viverlo: a volte pochi minuti sembrano un’eternità che non vuole saperne di passare e il tempo sembra letteralmente sospeso, altre volte intere ore volano via, senza che ne abbiamo percezione, convinti che siano passati pochi attimi. Ognuno di noi ha avuto esperienza di questa differenza, che rappresenta uno dei grandi misteri dell’uomo e della sua mente: il tempo che cerchiamo costantemente di ingannare finisce sempre per ingannare noi, allontanandosi praticamente sempre, nella percezione di ognuno, dal semplice dato misurabile. Bergson concludeva che la durata è l’unico tempo che esiste per ciascuno di noi: sicuramente è l’unico che possiamo percepire direttamente, per il quale non abbiamo bisogno di astrazione – come invece accade col tempo della scienza – per misurare ogni singolo attimo.

Curatela
Anna Epis e Aldo Torrebruno
microbo.net

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