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Giovanni Bonanno, Enrico Maria Guidi, Vincenzo Ingrascì, Ambra Scali, Daria Zyablitseva, Paola Zorzi

Questa collettiva del ciclo MYSELF mette in scena il rapporto tra soggettività e oggettività, utilizzando il raffronto tra tempo e durata e i giochi di sguardi e di scambi di espressione.
Il tema del guardare, dell’osservare e osservarsi si unisce così a quello del tempo, che fluisce, scorre, ma che sa anche fissare ed eternare. Sguardo e tempo diventano così le due componenti fondamentali dell’io, indagate in più dimensioni e prospettive.

Giovanni Bonanno si diverte con le sue fototessere-francobolli, mettendo in scena una delle ossessioni dell’homo tecnologiche contemporaneo, quella dei selfie. Gli sguardi, le espressioni, l’identità vengono mostrati nel loro succedersi, accompagnati dalla dichiarazione di ricerca su identità e trascendenza.

Lo sguardo è il tema centrale anche dell’opera di Enrico Maria Guidi, che presenta un occhio enorme e inquietante, capace di osservare e al contempo essere osservato, metafora della nostra civiltà massmediale, che costantemente osserva e viene osservata.

Dall’occhio iperrealista si passa invece alla schematizzazione espressiva operata da Vincenzo Ingrascì, capace di riassumere in pochi tratti, molto simili alle emoticon, rese popolari dalla comunicazione sincronia mediata dai nostri scambi mediali, le nostre espressioni. Poche linee descrivono una vasta gamma di emozioni e permettono di rappresentare scambi comunicativi in maniera efficace.

Gli scambi comunicativi tra forme essenziali viene indagato anche da Paola Zorzi, capace di mostrarci una realtà stratificata e interagente. La realtà, così come l’io dell’artista, è fortemente dipendente, nella sua opera, dalla particolare “lente kantiana” attraverso cui osserviamo il mondo, che si mostra in svariati livelli dimensionali.

Lo scambio comunicativo fissato nel tempo è il cuore dell’opera di Daria Zyablitseva, il cui bassorilievo ci mostra due amanti, i cui sguardi fanno sì che anche nel momento in cui uno si allontana dall’altro, resti fortissimo il legame tra i due, al punto da renderli una cosa sola. Il gesso, che li fissa nell’attimo, richiama anche l’eternità di questo amore.

Il tema del tempo, che muta restando uguale a se stesso e che scorre inesorabile, ma che per ogni essere umano ha un termine misterioso è il tema dell’opera di Ambra Scali, che si rappresenta attraverso un orologio in funzione, incastonato in un blocco di resina. Nessuno può predire quando si fermerà, né quale sia il rapporto tra il tempo e la durata, soggettiva, percepita da ciascuno.

Le mostre del ciclo MYSELF sono state create accostando lavori di artisti diversi, cercando assonanze tra le opere, stilistiche o tematiche, provando ad individuare sottili fili rossi che uniscono gli autori. Ovviamente si tratta di un’interpretazione realizzata ex post a livello di curatela: la varietà e la differenza sono due caratteristiche intrinseche di questa iniziativa, che propone a ciascuno di svelarsi secondo la propria sensibilità e il proprio carattere artistico.

Aldo Torrebruno

Locandina HD

Vernice | Lunedì 08.04.2019 h 18.30

MYSELF Wunderkammern effimere 2019
Partners | microbo.net | Circuiti Dinamici Milano

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