Il tema che fa da filo rosso a questa mostra del ciclo MYSELF è quello di colori e linee, che caratterizzano in maniera spiccata tutte le opere proposte dalle cinque artiste proposte, curiosamente tutte di sesso femminile, per una coloratissima collettiva.
Ivana Cabriolu gioca esplicitamente con il nostro mondo iperconnesso e con la nostra incapacità di porci sotto l’occhio d’osservazione social del grande occhio orwelliano che è in realtà l’occhio di ciascuno di noi, costantemente posato sull’altro, ma quasi mai davvero in grado di guardarlo, come in una puntata di Black Mirror, in cui consideriamo l’altro per la propria reputazione online più che per il proprio valore intrinseco.
Di tutt’altro genere è il cromatismo che caratterizza le opere di Vincenza Conte, che utilizza il colore per fermare sulla tela attimi che richiamano esplicitamente momenti emotivi, sensazioni, stati d’animo. L’artista sembra volerci indicare la propria essenza proprio nella sua capacità di fermare l’attimo, di cogliere nella vibrazione del colore l’accordarsi della stessa alla propria anima.
Anche Gabriela Diana Bohnstedt Gavrilaş lavora sul colore e sulla forma, astraendo e conferendo un’atmosfera pittorica ad immagini create attraverso la computer grafica: è proprio il colore nel suo caso a giocare un ruolo chiave, perché riesce a togliere aridità alla forma pura e a conferirgli maggiore calore. L’apparente contraddizione tra l’utilizzo di un software e l’approccio pittorico con cui viene sfruttato conferisce all’intero MYSELF un’interessante ambiguità.
Un approccio simile è quello tenuto da Rita Sacco, che gioca però sulla ripetizione della forma, sempre ottenuta con la computer grafica: colori, linee e forme vengono riprese nel suo lavoro, con una serie di scostamenti progressivi, piccole modifiche di posizione, rotazione, colore o intreccio. La ricerca è quella dell’infinito, a partire da un modulo estremamente piccolo.
La semplicità di forme, colori e linee è il fascino dell’opera di Monica Sesana, un omaggio dell’artista all’opera di Antonio Sant’Elia. Si tratta una città dalle gigantesche interconnessioni tra un edificio e l’altro, spinta verso l’alto da questo albero-antenna che sorge al centro dell’opera e le dona uno slancio verticale.
Le mostre del ciclo MYSELF sono state create accostando lavori di artisti diversi, cercando assonanze tra le opere, stilistiche o tematiche, provando ad individuare sottili fili rossi che uniscono gli autori. Ovviamente si tratta di un’interpretazione realizzata ex post a livello di curatela: la varietà e la differenza sono due caratteristiche intrinseche di questa iniziativa, che propone a ciascuno di svelarsi secondo la propria sensibilità e il proprio carattere artistico.
Aldo Torrebruno
Vernice | Domenica 05.05.2019 h 18.30
MYSELF Wunderkammern effimere 2019
Partners | microbo.net | Circuiti Dinamici Milano
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