24.03.2020
Così l’artista presenta il proprio lavoro:
<< Suite in Quattro Tempi for Dawn is a musical composition developing in images and words in memory of my London friend who passed away on March 2nd, 2020. Ouverture has no images: the suspended time reminds me an installation made in 2002 in Milan for I Promessi Sposi. Allemande – a dance in binary rhythm – features two women from the plague told by Manzoni: Lucia is me in a Carnival costume as a teenager in ’68 and Gertrude is recreated in a tailor’s dummy. Corrente is a triple metre dance featuring Dawn Redwood in 2011 giving me Cadenza Blue Ribbon mike to deliver to a common friend in Italy. With Sarabande the microphone is given to the musician Dario Della Rossa in Firenze. Giga reaches the apex of the skyes with a-not-so-personal altar for a new Alba with the painting Paradiso that Dawn Redwood gave me in 2009 and memorabilia of our friendship along the predella. Stucked at home in Bagnaria Arsa, waiting for Spring >>
<< Suite in Quattro Tempi per Alba è una composizione musicale che si sviluppa per immagini e parole, in memoria del mio amico londinese Dawn scomparso il 2 marzo 2020. Ouverture introduce senza foto il tempo sospeso che mi riporta a un’installazione realizzata nel 2002 a Milano per I Promessi Sposi. Allemanda – danza a ritmo binario – vede protagoniste due donne del romanzo di Manzoni: Lucia sono io, da adolescente nel ’68, nel costume di carnevale e Gertrude l’ho ricreata nel manichino di un sarto. Corrente – danza in tre tempi – mi fa pensare a Dawn Redwood che nel 2011 mi diede il microfono Cadenza Blue Ribbon da consegnare a un amico comune in Italia. Con Sarabanda il regalo fu dato al musicista Dario Della Rossa a Firenze. Giga raggiunge l’apice dei cieli con un not-so-personal altar con il Paradiso che Dawn (Alba, in italiano) dipinse per me nel 2009 e cimeli della nostra amicizia lungo la predella. A Bagnaria Arsa, in attesa della primavera >>
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La velocità con cui il tempo scorre per ciascuno di noi, che ovviamente è un concetto diverso dal matematico scorrere dei secondi che si succedono uno uguale all’altro, richiama la differenza tra tempo e durata, di bergsoniana memoria. Da un lato infatti abbiamo il tempo della scienza, osservabile, misurabile, analitico, certo, ma anche asettico nel suo succedersi concatenato; dall’altro quel coacervo di sensazioni e stati mentali, che ognuno di noi vive non in maniera sequenziale e matematicamente scomponibile, ma come un continuo fluire, sulla cui velocità percepita è enorme l’influsso dello stato psichico di ciascuno. Lo stesso evento, che il tempo misura come identico, può avere durata estremamente differente per ciascun essere umano che abbia occasione di viverlo: a volte pochi minuti sembrano un’eternità che non vuole saperne di passare e il tempo sembra letteralmente sospeso, altre volte intere ore volano via, senza che ne abbiamo percezione, convinti che siano passati pochi attimi. Ognuno di noi ha avuto esperienza di questa differenza, che rappresenta uno dei grandi misteri dell’uomo e della sua mente: il tempo che cerchiamo costantemente di ingannare finisce sempre per ingannare noi, allontanandosi praticamente sempre, nella percezione di ognuno, dal semplice dato misurabile. Bergson concludeva che la durata è l’unico tempo che esiste per ciascuno di noi: sicuramente è l’unico che possiamo percepire direttamente, per il quale non abbiamo bisogno di astrazione – come invece accade col tempo della scienza – per misurare ogni singolo attimo.
Curatela
Anna Epis e Aldo Torrebruno
microbo.net