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Marta Mancini

02.04.2020

Così l’artista presenta il proprio lavoro:

<< “Dialogo sospeso_in attesa”
Otto opere su carta sorrette da leggii

disposte in cerchio
senza fine né inizio.
Perpetuarsi ciclico, mutevole
di un eterno infinito.
Un dialogo senza parole: di segni, sguardi, pensieri, idee, sentimenti e sensazioni. Il repertorio di colori: al limite del monocromo. L’opera calata in una dimensione che sospende il senso del tempo inesauribile raccordo tra il non c’è più e il ci sarà.
Con questa installazione ho voluto rappresentare il concetto di attesa, di sospensione dal tempo. Spesso viviamo in attesa che qualcosa accada (oggi più che mai); le nostre aspettative ci alienano dal reale proiettandoci mentalmente nel futuro. L’attesa è qualcosa che ci accompagna costantemente facendoci oscillare tra speranza e tormento, a volte questa inquietudine ci distrae dal vivere pienamente il presente, altre volte invece rende più sensibile la nostra coscienza, più vigile e attenta a cogliere le minime sfumature prima della loro resa al tempo. Credo che la mia ricerca rimandi spesso al senso del tempo: è come racconto intimo che raccorda il passato al presente, un guardare avanti e indietro, la necessità di lasciare una traccia che in quanto tale è presenza e insieme assenza e perdita >>

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La velocità con cui il tempo scorre per ciascuno di noi, che ovviamente è un concetto diverso dal matematico scorrere dei secondi che si succedono uno uguale all’altro, richiama la differenza tra tempo e durata, di bergsoniana memoria. Da un lato infatti abbiamo il tempo della scienza, osservabile, misurabile, analitico, certo, ma anche asettico nel suo succedersi concatenato; dall’altro quel coacervo di sensazioni e stati mentali, che ognuno di noi vive non in maniera sequenziale e matematicamente scomponibile, ma come un continuo fluire, sulla cui velocità percepita è enorme l’influsso dello stato psichico di ciascuno. Lo stesso evento, che il tempo misura come identico, può avere durata estremamente differente per ciascun essere umano che abbia occasione di viverlo: a volte pochi minuti sembrano un’eternità che non vuole saperne di passare e il tempo sembra letteralmente sospeso, altre volte intere ore volano via, senza che ne abbiamo percezione, convinti che siano passati pochi attimi. Ognuno di noi ha avuto esperienza di questa differenza, che rappresenta uno dei grandi misteri dell’uomo e della sua mente: il tempo che cerchiamo costantemente di ingannare finisce sempre per ingannare noi, allontanandosi praticamente sempre, nella percezione di ognuno, dal semplice dato misurabile. Bergson concludeva che la durata è l’unico tempo che esiste per ciascuno di noi: sicuramente è l’unico che possiamo percepire direttamente, per il quale non abbiamo bisogno di astrazione – come invece accade col tempo della scienza – per misurare ogni singolo attimo.

Curatela
Anna Epis e Aldo Torrebruno
microbo.net

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