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Flavia Bucci

20.07.2020

Così l’artista presenta il proprio lavoro:

<< “Tutte le cose perdute” è un’opera che si apre a molteplici interpretazioni. Interamente realizzata a mano con polistirene, gesso e cera per il contenuto, e tulle per l’involucro, essa vuole rimandare alla fragilità e all’eterea bellezza di tutti quegli accadimenti della nostra esistenza che si sedimentano dentro di noi senza però lasciare tracce tangibili, trasformandosi così in ipotesi del tempo. Bellezza e inquietudine si fondono perciò in questa ricerca interiore che attende e accoglie pazientemente ogni piccola traccia di esistenza >>

<< “All the lost things” is a work that opens up to several interpretations. Completely handmade with polystyrene, plaster and wax for the content, and tulle for the wrapping, it wants to refer to the fragility and ethereal beauty of all those events of our existence that settle within us without leaving tangible traces, thus turning into hypotheses of time. Beauty and restlessness therefore merge in this inner search that patiently awaits and welcomes every little trace of existence >>

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La velocità con cui il tempo scorre per ciascuno di noi, che ovviamente è un concetto diverso dal matematico scorrere dei secondi che si succedono uno uguale all’altro, richiama la differenza tra tempo e durata, di bergsoniana memoria. Da un lato infatti abbiamo il tempo della scienza, osservabile, misurabile, analitico, certo, ma anche asettico nel suo succedersi concatenato; dall’altro quel coacervo di sensazioni e stati mentali, che ognuno di noi vive non in maniera sequenziale e matematicamente scomponibile, ma come un continuo fluire, sulla cui velocità percepita è enorme l’influsso dello stato psichico di ciascuno. Lo stesso evento, che il tempo misura come identico, può avere durata estremamente differente per ciascun essere umano che abbia occasione di viverlo: a volte pochi minuti sembrano un’eternità che non vuole saperne di passare e il tempo sembra letteralmente sospeso, altre volte intere ore volano via, senza che ne abbiamo percezione, convinti che siano passati pochi attimi. Ognuno di noi ha avuto esperienza di questa differenza, che rappresenta uno dei grandi misteri dell’uomo e della sua mente: il tempo che cerchiamo costantemente di ingannare finisce sempre per ingannare noi, allontanandosi praticamente sempre, nella percezione di ognuno, dal semplice dato misurabile. Bergson concludeva che la durata è l’unico tempo che esiste per ciascuno di noi: sicuramente è l’unico che possiamo percepire direttamente, per il quale non abbiamo bisogno di astrazione – come invece accade col tempo della scienza – per misurare ogni singolo attimo.

Curatela
Anna Epis e Aldo Torrebruno
microbo.net

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