Per il ciclo Riemergere Olobionte possiamo ammirare le opere di due artiste: Serena Rossi e le sue fotopittopoesie e Valeria Degli Agostini e il suo video dal titolo New Eyes.
Entrambi i lavori nascono dall’esperienza che tutti noi abbiamo vissuto di isolamento, ma non rappresentano voci di angoscia e tristezza, ma mettono in luce, al contrario, la nota di speranza che può accompagnare il momento di riemersione che stiamo vivendo, collettivo o personale che sia. Riecheggia la voce del grande narratore israeliano Eskhol Nevo, che nei ringraziamenti del suo ultimo libro, anch’esso scritto durante il lockdown, riporta questa frase: Questo libro è stato scritto quasi per intero nei giorni del doloroso distanziamento sociale e delle grandi limitazioni alla libertà di movimento. Ma l’immaginazione non si può imprigionare. Più il mio mondo reale si rattrappiva, più il mondo dei miei personaggi si ampliava…
Ecco, la frase “l’immaginazione non si può imprigionare” mi sembra offra la chiave di lettura fondamentale per l’interpretazione di questa piccola mostra: Serena Rossi si inventa un nuovo modo di comunicare, l’ibrido foto-pitto-poesie, con cui celebra i momenti di riapertura, attraverso le dinamiche con cui realizza questi oggetti artistici. Scatta la foto, rielabora al computer e aggiunge un singolo verso poetico, in pratica fa sì che l’intero che ne risulta dica molto di più di quello che ci direbbe un solo singolo intervento. Il tema sembra molto evidente: nei momenti di riapertura, di riemersione, l’artista va a cercare lo spazio, l’infinito, la natura che – come sempre – risorge dopo l’inverno, ma anche i rapporti umani che vengono riallacciati, la ripresa del nostro essere animali sociali. Il verso poetico punteggia, fa da controcanto, sottolinea, aggiunge quel tocco ulteriore che indirizza e ispira la lettura dell’opera.
Anche New eyes, il video realizzato da Valeria Degli Agostini è una lettura di un’esperienza di immersione – riemersione, in cui a fianco di quello che abbiamo vissuto collettivamente scopriamo ciò che è accaduto personalmente all’artista, costretta ad affrontare la malattia e il conseguente isolamento per ben 41 giorni. In questi momenti di tempo sospeso, che assume una consistenza vischiosa in cui si rischia di restare impigliati, che ci fa capire come nella nostra quotidianità sia fondamentale il rapportarci con gli altri per scandire i momenti della giornata, il vivere le piccole cose per non avere la sensazione di perdersi qualcosa, emerge potentemente un nuovo modo di vedere la realtà, sottolineato anche dal titolo del video. L’artista racconta una storia di resilienza, la capacità di osservare con occhi nuovi quanto le sta accadendo, non lasciandosi andare allo sconforto, ma percependo il valore di ciò che gli altri fanno per lei – anche se forzatamente a distanza. Ancora una volta la creatività – che nessun isolamento riesce ad imbrigliare – è la forza motrice che permette di non lasciarsi schiacciare, di costruire la speranza che porta alla riemersione e alla spannung conclusiva del video.
Le due visioni offerte sono differenti, ma accomunate proprio dalla speranza, dal movimento di ritorno alla vita che le artiste interpretano per noi in queste opere: capacità di non vivere passivamente il presente, ma di affrontarlo orientate al futuro, perché davvero… l’immaginazione non si può imprigionare.
Aldo Torrebruno
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Vernice domenica 20 marzo, ore 18
Circuiti Dinamici, via Giovanola 21/C Milano [MM2 Abbiategrasso]
In ottemperanza al protocollo anti-COVID l’ingresso è possibile solo con super-green-pass