ARTISTA DEL GIORNO | 23.01.2023
<< Memorie da scongelare. Che siano eventi traumatici o più direttamente collegati a esperienze che ci hanno regalato uno stato di benessere durante un determinato periodo della nostra crescita, tutti più o meno arriviamo a scavare nel nostro passato, a farci domande sulle cause di certe configurazioni attuali della nostra mente, a volte senza trovare nemmeno una risposta, almeno in apparenza. Il nostro inconscio, quell’immenso iceberg di cui siamo consapevoli di una percentuale piccolissima, come ce l’ha descritto Freud, è la vera fonte da cui potremmo trarre tutte le risorse che ci occorrerebbero per ricomporre il nostro puzzle interiore. L’ipnosi regressiva è ad esempio una delle terapie utilizzate per aiutare i pazienti a far riemergere certe memorie represse automaticamente dal nostro cervello per proteggere il nostro equilibrio mentale ed evitare certe sue lacerazioni interne. Un meccanismo che ha i suoi pro e contro considerando le caratteristiche genetiche della persona presa in esame insieme alle particolarità dei ricordi che si trovano sepolti nelle aree inconsce. Il motivo per cui ho voluto rendere in immagini questo discorso è legato a una domanda: quanti di noi otterrebbero una salute e un’energia nuove se fossimo in grado di rientrare a contatto con tutti quegli eventi che ci hanno reso ignari di quelle sofferenze che ci hanno indelebilmente cambiati? >>
Giovanni Rosa
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TRITTICO
Il trittico è un formato affascinante, cui siamo avvezzi per molte ragioni: è dal medioevo infatti che trittici di varia natura e vari materiali ci osservano dalla storia dell’arte, e ci affascinano col loro offrirci punti di vista differenti, ma anche con il proprio avvolgerci, utilizzandoci come ideale chiusura dello spazio aperto che il trittico definisce. Al contempo abbiamo adattato la struttura tripartita anche ad altri utilizzi, più prosaici forse ma non meno importanti, quali ad esempio le specchiere per il trucco, in cui ancora una volta ci immergiamo per osservarci da ogni lato. Siamo così passati dallo spirituale all’estetico, ma in ogni caso indaghiamo, osservandole da più prospettive, le nostre anime e i nostri volti, in una sorta di approfondimento del sé che può essere interiore e esteriore.
Il trittico però può essere anche interpretato come una sequenza logica o temporale, non necessariamente sincrona, quindi indagine che non si svolge solo in estensione, ma anche in maniera verticale seguendo il filo del discorso o il succedersi cadenzato degli eventi.
Per questo ci sembra affascinante l’idea di chiedere ai nostri artisti di utilizzare questo formato: tre immagini che raccontino, in estensione o in profondità, sincronicamente o diacronicamente una storia, unite dal filo rosso del formato e dalla potenza del numero, che ha affascinato l’uomo sin dai tempi di Pitagora – che lo definiva il numero perfetto, sintesi di uno e due, chiusura della cosiddetta triade ermetica.