ARTISTA DEL GIORNO | 31.01.2023
<< La leggenda narra che il fondo del lago contenga i resti di Ponzio Pilato, governatore romano della Giudea che si “lavò le mani” di fronte alla possibilità di salvare Gesù. Pilato, condannato a morte da Tiberio, espresse il desiderio che il suo cadavere fosse posto su di un carro trainato da bufali liberi di correre a loro piacimento. I bufali lasciati liberi di correre, dopo un lungo percorso si buttarono dentro un lago, che fu poi chiamato lago di Pilato. Il lago di Pilato, all’interno del parco dei monti Sibillini, in quell’angolo remoto tra Marche e Umbria, ogni anno ci racconta l’andamento del ghiaccio e delle piogge partendo dall’anno dello scatto della foto, tuttavia mantenendo la memoria di quelli precedenti. >>
Guido De Angelis
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TRITTICO
Il trittico è un formato affascinante, cui siamo avvezzi per molte ragioni: è dal medioevo infatti che trittici di varia natura e vari materiali ci osservano dalla storia dell’arte, e ci affascinano col loro offrirci punti di vista differenti, ma anche con il proprio avvolgerci, utilizzandoci come ideale chiusura dello spazio aperto che il trittico definisce. Al contempo abbiamo adattato la struttura tripartita anche ad altri utilizzi, più prosaici forse ma non meno importanti, quali ad esempio le specchiere per il trucco, in cui ancora una volta ci immergiamo per osservarci da ogni lato. Siamo così passati dallo spirituale all’estetico, ma in ogni caso indaghiamo, osservandole da più prospettive, le nostre anime e i nostri volti, in una sorta di approfondimento del sé che può essere interiore e esteriore.
Il trittico però può essere anche interpretato come una sequenza logica o temporale, non necessariamente sincrona, quindi indagine che non si svolge solo in estensione, ma anche in maniera verticale seguendo il filo del discorso o il succedersi cadenzato degli eventi.
Per questo ci sembra affascinante l’idea di chiedere ai nostri artisti di utilizzare questo formato: tre immagini che raccontino, in estensione o in profondità, sincronicamente o diacronicamente una storia, unite dal filo rosso del formato e dalla potenza del numero, che ha affascinato l’uomo sin dai tempi di Pitagora – che lo definiva il numero perfetto, sintesi di uno e due, chiusura della cosiddetta triade ermetica.