ARTISTA DEL GIORNO | 19.01.2023
<< In the art practice, I often end up with making TRIPtych either in paintings, pieces of performances or photo documentation of whatever created. The fact is that I love this structure because of its inner dynamism and sacred. In 2021, during lockdown, I had painted a double faceted Tarot Ensign to add to my collection of Major Arcana standards. Sometning of a shroud resulted, as it was largely dedicated to my London friend Dawn Redwood on the first anniversary of her death. S/he embodies the “PopeS” on one side, the V step of the Tarot, with his/her multifaceted identity. On the back, also painted on blue fabric with textile colors only, it’s a self-portrait taken from a photo Dawn took of me in front of the Tate, emboding the XVII Arcana, which is called “Star”. The performance “Magic Venice” in the Autumn by Vivaldi and Jerusalem by Blake seemed a natural compendium of all this, the main and central altarpiece with PopeS and Star on the sides. RIP my dear friend. >>
Laura Cristin
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TRITTICO
Il trittico è un formato affascinante, cui siamo avvezzi per molte ragioni: è dal medioevo infatti che trittici di varia natura e vari materiali ci osservano dalla storia dell’arte, e ci affascinano col loro offrirci punti di vista differenti, ma anche con il proprio avvolgerci, utilizzandoci come ideale chiusura dello spazio aperto che il trittico definisce. Al contempo abbiamo adattato la struttura tripartita anche ad altri utilizzi, più prosaici forse ma non meno importanti, quali ad esempio le specchiere per il trucco, in cui ancora una volta ci immergiamo per osservarci da ogni lato. Siamo così passati dallo spirituale all’estetico, ma in ogni caso indaghiamo, osservandole da più prospettive, le nostre anime e i nostri volti, in una sorta di approfondimento del sé che può essere interiore e esteriore.
Il trittico però può essere anche interpretato come una sequenza logica o temporale, non necessariamente sincrona, quindi indagine che non si svolge solo in estensione, ma anche in maniera verticale seguendo il filo del discorso o il succedersi cadenzato degli eventi.
Per questo ci sembra affascinante l’idea di chiedere ai nostri artisti di utilizzare questo formato: tre immagini che raccontino, in estensione o in profondità, sincronicamente o diacronicamente una storia, unite dal filo rosso del formato e dalla potenza del numero, che ha affascinato l’uomo sin dai tempi di Pitagora – che lo definiva il numero perfetto, sintesi di uno e due, chiusura della cosiddetta triade ermetica.