ARTISTA DEL GIORNO | 03.02.2023
<< Corpo sotto sforzo
Descrizione della serie:
Le tensioni all’interno del corpo umano vogliono uscire, si allungano, gettano la loro energia verso l’esterno modellando le forme dei corpi. Un progetto fotografico in studio. Una fotografia lasciata “sporca” per rappresentare il tormento di tendini e muscoli che lottano con la tensione interna che vuole uscire dal corpo. La scelta del colore come ulteriore segno della fisicità del corpo umano. La serie è stata realizzata nel mio studio fotografico, quando ho finalmente trovato la persona con la fisicità e lo spirito in linea con la visione da rappresentare. >>
Daniele Robotti
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TRITTICO
Il trittico è un formato affascinante, cui siamo avvezzi per molte ragioni: è dal medioevo infatti che trittici di varia natura e vari materiali ci osservano dalla storia dell’arte, e ci affascinano col loro offrirci punti di vista differenti, ma anche con il proprio avvolgerci, utilizzandoci come ideale chiusura dello spazio aperto che il trittico definisce. Al contempo abbiamo adattato la struttura tripartita anche ad altri utilizzi, più prosaici forse ma non meno importanti, quali ad esempio le specchiere per il trucco, in cui ancora una volta ci immergiamo per osservarci da ogni lato. Siamo così passati dallo spirituale all’estetico, ma in ogni caso indaghiamo, osservandole da più prospettive, le nostre anime e i nostri volti, in una sorta di approfondimento del sé che può essere interiore e esteriore.
Il trittico però può essere anche interpretato come una sequenza logica o temporale, non necessariamente sincrona, quindi indagine che non si svolge solo in estensione, ma anche in maniera verticale seguendo il filo del discorso o il succedersi cadenzato degli eventi.
Per questo ci sembra affascinante l’idea di chiedere ai nostri artisti di utilizzare questo formato: tre immagini che raccontino, in estensione o in profondità, sincronicamente o diacronicamente una storia, unite dal filo rosso del formato e dalla potenza del numero, che ha affascinato l’uomo sin dai tempi di Pitagora – che lo definiva il numero perfetto, sintesi di uno e due, chiusura della cosiddetta triade ermetica.