ARTISTA DEL GIORNO | 09.03.2023
<< Non sempre un “ libro d’artista “contiene parole, spesso è un oggetto che solo vagamente rientra nella tipologia del libro : talora non ne ha la tipica forma, non è sfogliabile, non è fatto di carta. Questo libro che mi sono accinta a realizzare, invece, del libro ha la forma, è di carta, è composto di varie pagine che si sfogliano. Reca al centro il testo poetico di un amico-poeta , recentemente scomparso. Me lo inviò . Era in una raccolta che aveva pubblicato. Ho letto e riletto il suo testo ed intanto mi rendevo conto di quante immagini produceva in me : non sempre una poesia mi fa questo effetto. Questo testo è veramente una serie di immagini già pronte, non occorre neppure tradurre in un linguaggio visivo le parole. Avevo solo il compito di realizzarlo, il libro. E’ quanto ho cercato di fare, fotografando alcune fasi del processo. Le tre foto rappresentano: (1 )il momento iniziale, il progetto, gli strumenti di lavoro, (2) un momento centrale e (3) la fase conclusiva, la realizzazione del libro, che si presenta completo, dopo la cucitura dei fogli. >>
Ilia Tufano
.
TRITTICO
Il trittico è un formato affascinante, cui siamo avvezzi per molte ragioni: è dal medioevo infatti che trittici di varia natura e vari materiali ci osservano dalla storia dell’arte, e ci affascinano col loro offrirci punti di vista differenti, ma anche con il proprio avvolgerci, utilizzandoci come ideale chiusura dello spazio aperto che il trittico definisce. Al contempo abbiamo adattato la struttura tripartita anche ad altri utilizzi, più prosaici forse ma non meno importanti, quali ad esempio le specchiere per il trucco, in cui ancora una volta ci immergiamo per osservarci da ogni lato. Siamo così passati dallo spirituale all’estetico, ma in ogni caso indaghiamo, osservandole da più prospettive, le nostre anime e i nostri volti, in una sorta di approfondimento del sé che può essere interiore e esteriore.
Il trittico però può essere anche interpretato come una sequenza logica o temporale, non necessariamente sincrona, quindi indagine che non si svolge solo in estensione, ma anche in maniera verticale seguendo il filo del discorso o il succedersi cadenzato degli eventi.
Per questo ci sembra affascinante l’idea di chiedere ai nostri artisti di utilizzare questo formato: tre immagini che raccontino, in estensione o in profondità, sincronicamente o diacronicamente una storia, unite dal filo rosso del formato e dalla potenza del numero, che ha affascinato l’uomo sin dai tempi di Pitagora – che lo definiva il numero perfetto, sintesi di uno e due, chiusura della cosiddetta triade ermetica.