ARTISTA DEL GIORNO | 12.12.2023
<< La scena si svolge ad Amsterdam, inizio anni 90. Artisti di strada si esibiscono mentre, improvvisamente, un ragazzo preso dalla musica si toglie la maglietta e comincia a muoversi, come rapito da una forza misteriosa. Lo sguardo dei presenti, come del sottoscritto, viene rivolto al ragazzo che poco dopo esaurisce il suo frenetico “balletto” abbracciando uno sconosciuto tra il pubblico. La sequenza parte dalla foto con gli artisti, seguita dalla foto del ragazzo senza maglietta (la custodia della chitarra a terra rappresenta un ponte tra le due immagini) e si conclude con l’abbraccio tra i due. “La forza misteriosa della Musica”… >>
Carmelo Sangiovanni
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TRITTICO
Il trittico è un formato affascinante, cui siamo avvezzi per molte ragioni: è dal medioevo infatti che trittici di varia natura e vari materiali ci osservano dalla storia dell’arte, e ci affascinano col loro offrirci punti di vista differenti, ma anche con il proprio avvolgerci, utilizzandoci come ideale chiusura dello spazio aperto che il trittico definisce. Al contempo abbiamo adattato la struttura tripartita anche ad altri utilizzi, più prosaici forse ma non meno importanti, quali ad esempio le specchiere per il trucco, in cui ancora una volta ci immergiamo per osservarci da ogni lato. Siamo così passati dallo spirituale all’estetico, ma in ogni caso indaghiamo, osservandole da più prospettive, le nostre anime e i nostri volti, in una sorta di approfondimento del sé che può essere interiore e esteriore.
Il trittico però può essere anche interpretato come una sequenza logica o temporale, non necessariamente sincrona, quindi indagine che non si svolge solo in estensione, ma anche in maniera verticale seguendo il filo del discorso o il succedersi cadenzato degli eventi.
Per questo ci sembra affascinante l’idea di chiedere ai nostri artisti di utilizzare questo formato: tre immagini che raccontino, in estensione o in profondità, sincronicamente o diacronicamente una storia, unite dal filo rosso del formato e dalla potenza del numero, che ha affascinato l’uomo sin dai tempi di Pitagora – che lo definiva il numero perfetto, sintesi di uno e due, chiusura della cosiddetta triade ermetica.