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Luca Zonari Cane’

ARTISTA DEL GIORNO | 09.12.2023

<< Collaborando con i musei archeologici per documentare reperti di tombe mai esposti al pubblico, ho potuto vedere e toccare con mano, oggetti di circa 2500 anni fa spesso in ottimo stato.
Vasi, ciotole, monili che un tempo avevano un’utilità per i loro proprietari e nella vita della comunità.
Oggi, dopo oltre due millenni, quegli stessi oggetti usciti dal terreno hanno ancora una loro utilità: essere esposti al pubblico per raccontare usi, costumi e attimi di vita dei nostri antenati.
Ma noi, fra 2000 anni… cosa faremo uscire dal terreno per farci conoscere dai nostri discendenti?
Sicuramente i segni del nostro stile di vita: spazzatura.
Per rappresentare questo pensiero, ho voluto creare l’immagine di oggetti allo specchio.
Un prodotto del nostro tempo in evidente stato di degrado, mentre il suo riflesso allo specchio rappresenta la sua forma iniziale d’uso.
Ad accompagnare le immagini, indicazioni deltempo di degrado dei diversi materiali.
Una raccolta di immagini intitolata “REPERTI FUTURI”pensata ed iniziata alcuni anni fa, proprio con la difficoltà di avere copie di prodotti che sembrassero invecchiati.
Ho approfittato di una “sospensione dei lavori” per sopraggiunte esigenze, proprio per far si che il tempo facesse la sua parte.
Ho così inserito gli oggetti da invecchiare in un secchio di terreno umido, aggiungendo diversi prodotti aggressivi ed in tre anni di attesa ho raggiunto un degrado credibile.
Seguendo il pensiero iniziale, l’intera raccolta di foto è tata stampata su cartone riciclato e riciclabile, per non lasciare traccia nel tempo. Alcune foto sono state ambientate in un
Museo Open Air del mio paese, realizzato riutilizzando uno stand della Biennale di Venezia di qualche anno fa. >>

Luca Zonari Cane’

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TRITTICO

Il trittico è un formato affascinante, cui siamo avvezzi per molte ragioni: è dal medioevo infatti che trittici di varia natura e vari materiali ci osservano dalla storia dell’arte, e ci affascinano col loro offrirci punti di vista differenti, ma anche con il proprio avvolgerci, utilizzandoci come ideale chiusura dello spazio aperto che il trittico definisce. Al contempo abbiamo adattato la struttura tripartita anche ad altri utilizzi, più prosaici forse ma non meno importanti, quali ad esempio le specchiere per il trucco, in cui ancora una volta ci immergiamo per osservarci da ogni lato. Siamo così passati dallo spirituale all’estetico, ma in ogni caso indaghiamo, osservandole da più prospettive, le nostre anime e i nostri volti, in una sorta di approfondimento del sé che può essere interiore e esteriore.
Il trittico però può essere anche interpretato come una sequenza logica o temporale, non necessariamente sincrona, quindi indagine che non si svolge solo in estensione, ma anche in maniera verticale seguendo il filo del discorso o il succedersi cadenzato degli eventi.
Per questo ci sembra affascinante l’idea di chiedere ai nostri artisti di utilizzare questo formato: tre immagini che raccontino, in estensione o in profondità, sincronicamente o diacronicamente una storia, unite dal filo rosso del formato e dalla potenza del numero, che ha affascinato l’uomo sin dai tempi di Pitagora – che lo definiva il numero perfetto, sintesi di uno e due, chiusura della cosiddetta triade ermetica. 

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