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Rinascita Eclettica: unione tra Passato e Presente nel Design Contemporaneo

Ri-definire il gioiello IX Edizione

A cura di Sonia Patrizia Catena

23.03.2024
Museo del Bijou, Casalmaggiore CR


Nel contesto dell’arte e del design contemporaneo, c’è una tendenza sempre più marcata e interessante che propone un connubio tra antico e moderno, dove l’amore per il passato si fonde armoniosamente con le tecnologie e i materiali contemporanei, quasi a rimarcare come la creatività da un lato non possa prescindere dalla storia da cui arriva, ma dall’altro non voglia – correttamente – mai pensare a sé stessa come in una situazione di stasi. Questa fusione non è solo un’espressione di creatività, ma anche un’ode alla natura e alla sua bellezza intrinseca: infatti da sempre l’osservazione attenta della natura ha ispirato gli artisti, tanto da diventare un punto di partenza fondamentale per molte opere, dall’antichità fino ai giorni nostri. La complessità e l’armonia dei suoi intrecci, sia visibili che occulti, offrono un saldo punto di partenza verso l’atto creativo, un continuo susseguirsi di suggerimenti e una fonte inesauribile di ispirazione.

Se da più parti si sente parlare della nostra epoca come quella dell’Antropocene, una nuova era in cui l’uomo e la natura sembrano spesso in conflitto, con l’uomo che si impone sulla natura, sembra davvero che il design eclettico possa rappresentare un nuovo modo di concretizzare l’umanesimo, riportando l’attenzione verso una connessione più profonda con il mondo naturale, rifiutando una concezione ultra-tecnicistica di dominio dell’artificio sull’esistente. Questa unione si traduce in opere che integrano elementi antichi e moderni in un’unica creazione, celebrando la storia mentre abbracciano con coraggio l’innovazione, mostrandoci che è possibile agire nel mondo contemporaneo restando in armonia e non in opposizione con l’esistente.

La geometria e i materiali contemporanei si fondono con gli elementi naturali, per proporre una sinergia unica tra natura e artefatto. La geometria, astrazione perfetta del pensiero umano caratterizzata da precisione e razionalità, si invera nella materia organica, dando vita a forme e strutture che riflettono l’ordine intrinseco delle cose. Del resto anche in questo campo non si contano le strutture naturali che la nostra capacità di astrarre ha preso a modello o ha cercato di spiegare: dai frattali alla spirale di Fibonacci.

Abbiamo deciso di scegliere quindi alcuni designer che in modo originale e personale ci hanno riportato alla realtà propositiva Quattrocentesca:

4 segnalati:

  • Andrea Benoni, che unisce cerchio e quadrato in quella che da sempre è una questione aperta che ha appassionato studiosi di ogni epoca e di ogni provenienza, dove la supremazia di una forma si impone ciclicamente sull’altra, nell’impossibilità di pareggiare. Da un lato abbiamo un vero e proprio amore per i solidi e per la possibilità di combinarli in maniera originale, dall’altro dei virtuosismi tecnici che, uniti alla tecnologia e alla stampa 3D, li moltiplicano idealmente all’infinito.
  • Francesca Romana Sansoni, che gioca col simbolo dell’infinito e coi colori per suggerirci lo scorrere dell’acqua, la sua lucentezza e al contempo l’opera umana che la plasma portandola a scorrere negli argini, connubio perfetto tra natura e cultura. Sembra una contraddizione con l’impossibilità eraclitea di bagnarsi due volte nello stesso luogo e invece si tratta esattamente del mistero che da sempre ci affascina, collegato ancora una volta al concetto di infinità.
  • Roger Cavinatto, che lavora sulle connessioni e propone un segno che si fa labirinto e strada, che indaga e ancora una volta scorre, mostrandoci il nostro essere animali sociali, disponibili alla creazione di connessioni sempre nuove. In questo caso l’opera da un lato comunica la complessa semplicità dell’intreccio di rapporti umani che mette ciascuno di noi al centro della propria trama, dall’altro sottolinea la costante ricerca di ampliamento delle possibilità di connessione.
  • Lemari Riciclano, che intreccia un filato che è insieme poesia e sapere popolare, dove la materia si fa nobile grazie alla tecnica, all’intreccio infinito, alla saggezza delle mani che sanno allacciare e annodare. In quest’opera si vede il rincorrersi dell’uomo di natura e dell’uomo di cultura: un’opposizione troppo esasperata che non riflette la reale evoluzione delle cose, e che trova la propria sintesi, ancora una volta, nel dialogo tra quadrato e circonferenza, riportandoci a un dibattito irrisolvibile.

Infine il gioiello vincitore:

  • Silvia Orani Silverstrass, che come nella sala delle asse del Castello Sforzesco ci conduce tra le curve e i meandri della sua creazione, associando tra loro delle foglioline verdi che cullano il nostro sguardo, ricordandoci la pervasività dell’ambiente naturale che ci circonda. Il nome stesso dell’opera, Sinfonia ci ricorda come l’unione di molti elementi conduca all’armonia, accrescendo il valore del singolo elemento, che merita di essere guardato in maniera olistica rispetto al tutto, uno sguardo che unisce e comprende, più che attraverso uno sguardo analitico che divide e separa

Tutti i designer che abbiamo selezionato incarnano l’anima eclettica del nostro tempo, unendo il passato e il presente in opere che ispirano e incantano, tracciando un ponte tra le epoche e le culture, e celebrando la bellezza armonica e senza tempo della natura e della creatività umana.

Aldo Torrebruno


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Ri-definire il gioiello
A cura di Sonia Patrizia Catena

23.03.2024
Museo del Bijou, Casalmaggiore CR

+INFO https://www.ridefinireilgioiello.com

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