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<\/figure>\n<\/figure>\n\n\n\n<< Ti ho sempre cercato dietro gli alberi del bosco, <\/em>
la lepre;<\/em>
il pungitopo sopra al vischio bianco. <\/em>
Quando ti trovo ti do un bacio.<\/em>
Mi dai un bacio. <\/em>
Ma il bosco da qui \u00e8 lontano e io non ti ho cercato mai.<\/em>
-Ilaria Feoli <\/em>
L\u2019opera \u201cEd \u00e8 subito sera.\u201d \u00c8 un omaggio al gioco del nascondino e alla poetica di Salvatore Quasimodo. L\u2019artista, attraverso la fotografia e l\u2019atto dell\u2019autoritratto, gioca letteralmente a nascondino, dove insieme alla natura si nasconde e allo stesso tempo cerca incessantemente \u201cl\u2019altro\u201d che non accenna a farsi scorgere. In alcuni paesi dell\u2019Europa si racconta che il seguente gioco abbia origine antiche da un rituale in occasione degli equinozi di primavera, durante i quali adulti e bambini si recavano nei campi e nei boschi per cercare i primi segni di quest\u2019ultima. Ilaria Feoli, dunque, in \u201cEd \u00e8 subito sera.\u201d crea una vera e propria metafora tra il gioco del nascondino e la sua ricerca artistica basata proprio sul cercare affannosamente una \u201cprimavera\u201d, una sorta di \u201crianimazione\u201d che sfugge. La composizione dell\u2019opera presenta due fotografie in bianco e nero, in cui appare la presenza dell\u2019artista quasi in veste da spettro o di dama viandante d\u2019altri tempi e da una terza fotografia a colori: un cielo che preannuncia la sera, la Luna incombe, tramonta ogni cosa e da qui il rimando a Salvatore Quasimodo coi versi della poesia \u201cEd \u00e8 subito sera\u201d dove in essa il poeta racchiude tutto il senso della precariet\u00e0 della vita, la stessa precariet\u00e0 che abita nel trittico \u201cEd \u00e8 subito sera.\u201d di Ilaria Feoli, dove l\u2019artista rimane in un tempo sospeso, nascosta, in un eterno abbandono, mentre l\u2019altro giocatore ancora tarda ad arrivare. >>
<\/em>Ilaria Feoli<\/p><\/blockquote><\/figure>\n\n\n\n.<\/mark><\/h1>\n\n\n\n
TRITTICO<\/h2>\n\n\n\n
Il trittico \u00e8 un formato affascinante, cui siamo avvezzi per molte ragioni: \u00e8 dal medioevo infatti che trittici di varia natura e vari materiali ci osservano dalla storia dell\u2019arte, e ci affascinano col loro offrirci punti di vista differenti, ma anche con il proprio avvolgerci, utilizzandoci come ideale chiusura dello spazio aperto che il trittico definisce. Al contempo abbiamo adattato la struttura tripartita anche ad altri utilizzi, pi\u00f9 prosaici forse ma non meno importanti, quali ad esempio le specchiere per il trucco, in cui ancora una volta ci immergiamo per osservarci da ogni lato. Siamo cos\u00ec passati dallo spirituale all\u2019estetico, ma in ogni caso indaghiamo, osservandole da pi\u00f9 prospettive, le nostre anime e i nostri volti, in una sorta di approfondimento del s\u00e9 che pu\u00f2 essere interiore e esteriore.
Il trittico per\u00f2 pu\u00f2 essere anche interpretato come una sequenza logica o temporale, non necessariamente sincrona, quindi indagine che non si svolge solo in estensione, ma anche in maniera verticale seguendo il filo del discorso o il succedersi cadenzato degli eventi.
Per questo ci sembra affascinante l\u2019idea di chiedere ai nostri artisti di utilizzare questo formato: tre immagini che raccontino, in estensione o in profondit\u00e0, sincronicamente o diacronicamente una storia, unite dal filo rosso del formato e dalla potenza del numero, che ha affascinato l\u2019uomo sin dai tempi di Pitagora \u2013 che lo definiva il numero perfetto, sintesi di uno e due, chiusura della cosiddetta triade ermetica. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"ARTISTA DEL GIORNO | 06.01.2023 << Ti ho sempre cercato dietro gli alberi del bosco, la lepre; il pungitopo sopra al vischio bianco. Quando ti trovo ti do un bacio. […]<\/p>\n","protected":false},"author":1550,"featured_media":14280,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"jetpack_post_was_ever_published":false,"jetpack_publicize_message":"","jetpack_is_tweetstorm":false,"jetpack_publicize_feature_enabled":true},"categories":[2088,2176],"tags":[2064],"jetpack_publicize_connections":[],"jetpack_featured_media_url":"https:\/\/i0.wp.com\/www.microbo.net\/wp-content\/uploads\/2023\/01\/Ilaria-Feoli-Ed-e-subito-sera.-02-Ilaria-Feoli-Grande.jpeg?fit=1280%2C1276&ssl=1","jetpack_sharing_enabled":true,"jetpack_shortlink":"https:\/\/wp.me\/p8gI50-3FL","_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.microbo.net\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/14121"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.microbo.net\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.microbo.net\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.microbo.net\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1550"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.microbo.net\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=14121"}],"version-history":[{"count":2,"href":"https:\/\/www.microbo.net\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/14121\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":14358,"href":"https:\/\/www.microbo.net\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/14121\/revisions\/14358"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.microbo.net\/wp-json\/wp\/v2\/media\/14280"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.microbo.net\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=14121"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.microbo.net\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=14121"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.microbo.net\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=14121"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}