{"id":15397,"date":"2024-01-13T16:28:37","date_gmt":"2024-01-13T15:28:37","guid":{"rendered":"https:\/\/www.microbo.net\/?p=15397"},"modified":"2024-02-21T19:21:41","modified_gmt":"2024-02-21T18:21:41","slug":"sara-floris","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.microbo.net\/2024\/01\/sara-floris\/","title":{"rendered":"Sara Floris"},"content":{"rendered":"\n

ARTISTA DEL GIORNO | 13.01.2024<\/p>\n\n\n\n

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Sara Floris<\/figcaption><\/figure>\n\n\n\n
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Sara Floris<\/figcaption><\/figure>\n\n\n\n
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Sara Floris<\/figcaption><\/figure>\n<\/figure>\n\n\n\n

<< Questo trittico \u00e8 intitolato ”Feel the Planet” che in italiano si potrebbe tradurre con ”Senti il Pianeta” ma non i suoi rumori, bens\u00ec i suoi sentimenti, le sue emozioni.
Il tema \u00e8 dunque ambientale. In particolare indaga sulla connessione tra noi- in quanto genere umano- e il mondo naturale, che spesso diamo per scontato essendo immersi nelle nostre egoistiche ed individualistiche vite.
Tutte e tre sono foto concettuali costruite sul posto durante lo shooting e ognuna di esse parla di una specifica problematica e di alcune delle sue cause.
La prima illustra uno scenario di desertificazione e attraverso la busta di plastica utilizzata come indumento, simboleggia il ‘fast-fashion’ come uno dei grandi fattori di causa.
La seconda si riferisce ad un altro grave aspetto di questa crisi climatica: gli incendi e la deforestazione, di cui anche indirettamente, siamo sempre responsabili. La metafora qui e` che se continuiamo di questo passo, non ci rester\u00e0 altro che cenere.
La terza ed ultima immagine, rappresenta lo scioglimento dei ghiacci. Ho utilizzato blocchi di polistirolo come ghiacciai per indicare l’impatto di plastica, imballaggi e spedizioni sull’effetto >>

Sara Floris<\/em><\/p><\/blockquote><\/figure>\n\n\n\n

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TRITTICO<\/h2>\n\n\n\n

Il trittico \u00e8 un formato affascinante, cui siamo avvezzi per molte ragioni: \u00e8 dal medioevo infatti che trittici di varia natura e vari materiali ci osservano dalla storia dell\u2019arte, e ci affascinano col loro offrirci punti di vista differenti, ma anche con il proprio avvolgerci, utilizzandoci come ideale chiusura dello spazio aperto che il trittico definisce. Al contempo abbiamo adattato la struttura tripartita anche ad altri utilizzi, pi\u00f9 prosaici forse ma non meno importanti, quali ad esempio le specchiere per il trucco, in cui ancora una volta ci immergiamo per osservarci da ogni lato. Siamo cos\u00ec passati dallo spirituale all\u2019estetico, ma in ogni caso indaghiamo, osservandole da pi\u00f9 prospettive, le nostre anime e i nostri volti, in una sorta di approfondimento del s\u00e9 che pu\u00f2 essere interiore e esteriore.
Il trittico per\u00f2 pu\u00f2 essere anche interpretato come una sequenza logica o temporale, non necessariamente sincrona, quindi indagine che non si svolge solo in estensione, ma anche in maniera verticale seguendo il filo del discorso o il succedersi cadenzato degli eventi.
Per questo ci sembra affascinante l\u2019idea di chiedere ai nostri artisti di utilizzare questo formato: tre immagini che raccontino, in estensione o in profondit\u00e0, sincronicamente o diacronicamente una storia, unite dal filo rosso del formato e dalla potenza del numero, che ha affascinato l\u2019uomo sin dai tempi di Pitagora \u2013 che lo definiva il numero perfetto, sintesi di uno e due, chiusura della cosiddetta triade ermetica. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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