{"id":11048,"date":"2018-03-11T20:33:57","date_gmt":"2018-03-11T19:33:57","guid":{"rendered":"https:\/\/www.microbo.net\/?post_type=tribe_events&p=11048"},"modified":"2018-09-29T21:31:54","modified_gmt":"2018-09-29T19:31:54","slug":"paolo-ollano","status":"publish","type":"tribe_events","link":"https:\/\/www.microbo.net\/event\/paolo-ollano\/","title":{"rendered":"Paolo Ollano"},"content":{"rendered":"

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La rappresentazione di una finestra \u00e8 uno dei topoi ricorrenti nella storia dell\u2019arte degli ultimi due secoli e ha lasciato il segno anche altre in arti, come ad esempio il cinema, che subiscono il fascino della rappresentazione – che si muove a met\u00e0 tra metafisica e conoscenza – di questi oggetti cos\u00ec potentemente metaforici. La finestra \u00e8 occhio sull\u2019altro-da-s\u00e9, ma \u00e8 anche rappresentazione di possibilit\u00e0, di ci\u00f2 che non \u00e8 qui ed ora ma che \u00e8 altrove, seppur prossimo. La finestra \u00e8 un\u2019apertura, che da luce agli spazi chiusi e al contempo definisce un dentro ed un fuori, genera le categorie di chi osserva e di chi \u00e8 osservato.<\/p>\n

Le fotografie di Paolo Ollano alternano finestre che guardano verso l\u2019esterno e finestre che invece ci mostrano spazi interni, in movimenti da dentro-a-fuori e da fuori-a-dentro, ma sono sempre squarci aperti in luoghi che hanno perso la propria funzione, il loro utilizzo, sono spazi creati dall\u2019uomo che l\u2019uomo stesso ha abbandonato, dismesso, lasciato cadere in rovina. Quindi lo sguardo del fotografo si posa su queste aperture alla possibilit\u00e0 nel momento stesso in cui il proprio contesto sembra sussurrarci l\u2019inutilit\u00e0 dell\u2019apertura medesima: non c\u2019\u00e8 pi\u00f9 nessuno da osservare in questi edifici fatiscenti, n\u00e9 c\u2019\u00e8 pi\u00f9 anima viva che dall\u2019interno possa affacciarsi a tali finestre, per osservare e conoscere ci\u00f2 che li circonda. Si tratta di un\u2019interpretazione raffinata e struggente del mal sottile, che ci fa riflettere su come spesso ci\u00f2 che creiamo smetta improvvisamente di interessarci, e lasciamo che decada, che il tempo, inesorabile, cancelli le nostre opere e le possibilit\u00e0 che portavano con s\u00e9.<\/p>\n

Aldo Torrebruno<\/em><\/p>\n

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